Il lato oscuro della tecnologia: Black Mirror

In futuro non troppo futuro, la tecnologia migliorerà davvero le nostre vite? La serie tv britannica, vincitrice nel 2012 dell’Emmy Award, risponde a questa domanda in maniera cinicamente ambigua. 3 stagioni e 13 episodi, tutti assolutamente da guardare e riguardare.

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Molti altri registi prima di lui hanno provato a prevedere il futuro tecnologico del mondo, ma solo Charlie Brooker si è fermato a riflettere sulle conseguenze che la deriva digitale in atto può provocare sulle nostre vite e sul nostro modo di pensare: il risultato è Black Mirror, l’inquietante serie Netflix che ha affascinato e turbato migliaia di utenti.

Il brillante regista narra storie ambientate in un futuro prossimo, ipotetico ma decisamente verosimile: parla di tecnologie evolute fino all’esasperazione, improbabili ma possibili, per farci riflettere su quelle che esistono oggi e sull’uso che ne facciamo.

Black Mirror
Black Mirror Episodio 3, Stagione 1. “Ricordi pericolosi”

Ci mette davanti agli occhi quello che di solito le serie tv non fanno, ossia raccontare di come le cose potrebbero degenerare, concludersi senza un lieto fine, andare a finire male.

Terribilmente male.

Una realtà cupa e insensibile, condizionata e dominata dalla subdola supremazia dei mezzi di comunicazione, da quegli “schermi neri” a noi così familiari.

La prima sensazione che ci viene durante la visione o appena finito un episodio della serie è: “Cazzo che ansia, potrebbe succedere davvero!”

Black Mirror non è da considerare una semplice programmazione di fantasia dato che prende in causa temi attuali quali la protezione della privacy in rete, gli hater che lanciano campagne pericolosamente denigratorie sui social network contro personaggi più o meno famosi, gli utilizzi devastanti che i governi potrebbero fare delle nuove tecnologie o le implicazioni psicologiche e sociali che la realtà virtuale potrebbe creare.

Black Mirror
Black Mirror Episodio 1, Stagione 3. “Caduta libera”

Uno degli episodi sicuramente e spaventosamente più vicini alla realtà è “Caduta Libera”: in un mondo in cui la digital reputation, calcolata in base ai voti che le attività social di ognuno ottengono, dà accesso a bonus e vantaggi, una ragazza punta ad aumentare il proprio rating per raggiungere lo status di top-influencer per potersi permettere l’affitto di una casa in un quartiere lussuoso. Dopo essersi rivolta ad un consulente, che le spiega la necessità di aprirsi a nuove amicizie per ottenere voti da persone di livello più alto della sua attuale cerchia di conoscenze, nella protagonista scatta una vera e propria ossessione e decide di riprendere i contatti con una perfida vecchia amica del college solo per le sue amicizie social di livello top.

“Credo che tu sia una folle sociopatica!”

Le circostanze e il comportamento falso che deve mantenere la portano a un esaurimento che le si ritorcerà contro creandole più danni che benefici. Ok basta spoiler.

Questa serie va assolutamente vista.

Perchè è girata benissimo, perchè ogni episodio è a sè e, soprattutto, perchè è un monito su cosa potrebbe succedere nel giro di pochi anni se non stabiliamo dei confini alla tecnologia e alla sua influenza.

Se non riusciremo a capire i limiti oltre i quali non dobbiamo spingerci e se non impareremo ad affrontare il progresso con coscienza e regole, finiremo travolti da un futuro imprevedibile che rischierà di soffocarci e disumanizzarci.

Attenzione, quindi, a tenere gli occhi fissi sullo schermo troppo a lungo: mentre state leggendo questo articolo, qualcosa intorno a voi sta accadendo…

 

Per i più fissati: date un’occhiata alle illustrazioni del grafico brasiliano Rafael Barletta, che ricreano alcuni episodi della serie. Davvero top.